C’era una volta in Sicilia... il Castello di Donnafugata.

Simonetta Cavalieri 12/05/2015 20:25:41

Leggende e storie, spesso fantasiose, si intrecciano sulle origini del Castello di Donnafugata, posto a pochi  chilometri dalla città di  Ragusa.

 

Il sito venne usato fin dall’epoca bizantina, come “castrum”, per la felice posizione a dominio di un ampio tratto di costa, da S. Croce a Licata (circa 80 km) e per la presenza di una sorgente, più tardi chiamata dagli Arabi fonte della salute “Ayn as Iafaiat”.

 

Dopo il periodo Arabo, il dialetto siciliano storpiò l’originario toponimo trasformandolo in “Donna fugata”(Donna fuggita), andando così ad alimentare la leggenda di Bianca di Navarra, Reggente del Regno di Sicilia ad inizio ‘400.

 

Pare che, nelle lotte di potere contro i nobili del luogo, in particolare contro il conte di Modica Bernardo Cabrera, Bianca  sarebbe stata rinchiusa nella torre del Castello per un certo periodo di tempo, per aver rifiutato le  avances del conte, ma sarebbe, comunque, riuscita, a fuggire passando per cunicoli  sotterranei.

 

Non esiste la conferma storica di tale episodio che, però, arricchisce di fascino il luogo: l’unico dato certo è che un  Castello fu costruito dai Conti di Modica (Chiaramonte prima, Cabrera poi) sulle rovine dell’antico “castrum”bizantino- arabo, per passare poi, alla metà del ‘600, ai Baroni Arezzo – La Rocca che lo utilizzarono come Casino di Caccia.

 

Uno degli ultimi eredi della famiglia, il Barone Corrado Arezzo, a metà ‘800, ingrandì il Castello e gli diede le sontuose forme attuali neogotiche, con  una struttura di  120 stanze finemente affrescate ed arredate,  un giardino di 8 ettari con piante secolari, anche esotiche (particolarmente belli alcuni alberi di ficus le cui foglie, ad inizio ‘900, venivano usate come cartoline postali), un labirinto in pietra che replica lo schema trapezoidale di un omologo di Londra e  diversi giochi “goliardici”che, all’interno del parco, allietavano il Barone e sorprendevano (meglio dire spaventavano) i suoi ospiti.

 

Il Castello, dopo la morte del Barone nel 1895, passò agli eredi, attraversando un periodo di lunga e lenta decadenza. Ciononostante, esso esercitava ancora una forte attrazione tanto che Luchino Visconti vi volle girare alcune riprese del celebre film “Il Gattopardo”.

 

Nel 1982, quando ormai versava in abbandono, venne acquistato dal Comune di Ragusa che ha intrapreso una lunga campagna di restauri.

 

Oggi il Castello ed il suo Parco sono  visitabili e,  d’estate, ospita mostre, serate a tema, e concerti, mentre nell’antistante borgo si trovano trattorie, bed and breakfast e botteghe di prodotti locali (c’è ancora un allevatore con le sue mucche di razza “modicana”, dal tipico mantello marrone scuro).

 

Il Castello di Donnafugata rimane lì, fermo, immoto, nel silenzio della campagna circostante e sotto i cieli stellati di Sicilia: ancora oggi vuole raccontare la sua intrigante storia a chi, con interesse e  curiosità, si appresta a fare la sua conoscenza.

 

 

 

                                                                                              Simonetta Cavalieri

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