LA FIAT NEANCHE UNA PAROLA PER TERMINI IMERESE

Segreteria nazionale confederale 13/01/2014 08:42:10

 

Carmelo Cassia Segretario Generale dell’I.S.A.

Malgrado si siano dovute subire le domeniche lavorative per non pregiudicare pure quel poco lavoro che c'è,preferirei trascorrere tranquillamente questa giornata in pieno riposo. Mio e della maggior parte possibile di lavoratori.
Ma in Italia ed in Sicilia particolarmente è sempre più difficile. Problemi e casini saltano fuori ad ogni ora del giorno e senza alcun intervallo "festivo".
Assieme ad altri,non meno importanti ma di cui tratteremo in altra occasione,è riemerso drammaticamente il problema della Fiat di Termini Imerese.
Marchionne,illudendo e prendendo ancora in giro politici,sindacati e lavoratori italiani,ha promesso per l'ennesima volta il rilancio delle fabbriche italiane. Che,godendo della copertura offerta su scala mondiale del marchio Chrysler,riprenderebbero alla grande producendo Maserati.
Non una sola parola su Termini Imerese a conferma del fatto che per il manager canadese (finto italiano) neppure si pone più il problema dei dipendenti siciliani.
Che,malgrado tecnicamente siano ancora Fiat cassaintegrati,da Marchionne sono già stati abbandonati in acque tempestose sul modello degli scafisti con i migranti.
E,siccome tutto sembra intrecciato,venerdì il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato neppure ha citato Termini Imerese nell'incontro del settore Automotive e componentistiche.
Una coincidenza ? Purtroppo no,lo sosteniamo da tempo. L'ISA ha tentato di spiegare da anni ai lavoratori Fiat ed indotto di Termini che sarebbero stati gettati in mare da Marchionne e soci.
Dove per soci intendevamo comprendere governi,partiti e sindacati che li avrebbero svenduti. In cambio di promesse e speranze vane.
Oggi,ancora fermi i 600 milioni complessivi di Stato e Regione Siciliana stanziati ed inutilizzati,Termini Imerese sta per sprofondare definitivamente.
L'ISA sindacato,con la Segreteria generale in testa,offre ai lavoratori,alle famiglie,alla collettività tutta la propria disponibilità per forme di lotta che davvero manifestino il dramma di un intero territorio. Purché si mettano da parte quanti hanno portato a questo stato di cose. Istituzioni,partiti,sindacati hanno fallito e la parola deve tornare ai lavoratori ed al popolo di Termini Imerese.
Assieme a fatti concreti,quali che siano.

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