Emergenza Coronovirus: Intervista all'Avv. Pernice sui rimborsi delle attività formative all'estero

Simonetta Cavalieri 03/03/2020 09:22:51

E’ notizia di questi giorni che numerosi viaggi di istruzione ed altre attività che implicano viaggi in Italia ed all’estero siano stati annullati. Ci siamo rivolti all’Avv. Gaetano Pernice per chiedere un chiarimento su come debbano procedere le famiglie ed i dirigenti degli istituti scolastici per ottenere i rimborsi.

Avvocato può spiegarci innanzitutto cosa sta succedendo?

Come è ormai noto in questi giorni sono stati assunte, da parte del Governo, misure urgenti di contenimento del contagio del virus COVID-19. Questo ha impattato sullo svolgimento di alcune attività formative, anche all’estero, che sarebbero partite proprio nel corso di questa settimana.

Ma il Decreto adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri riguarda esclusivamente i viaggi di istruzione o anche altre attività che vedono il coinvolgimento di studenti?

Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2020, in attuazione dell’art. 3, coma 1 del Decreto-legge 23 febbraio 2020. N. 6, ha disposto la sospensione fino al 15 marzo 2020 non solo dei viaggi di istruzione, ma anche delle iniziative di scambio e gemellaggi, oltre che delle visite guidate e delle uscite didattiche “comunque denominate”. Quindi è evidente che scopo del provvedimento era tutelare tutte quelle famiglie i cui figli avrebbero dovuto prendere parte ad un viaggio con una finalità formativa. Tra questi rientrano, per esempio, anche le iniziative organizzate da enti che operano in convenzione con le scuole, che implicano trasferte negli Stati Uniti per le simulazioni ONU. Tali attività rientrano nei cosiddetti “Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento” che coinvolgono non solo gli studenti di istituti tecnici e professionali, ma anche dei licei. Per tutti gli studenti è obbligatorio accumulare 200 ore (400 per gli istituti tecnici e professionali) di PCTO (ex Alternanza Scuola-Lavoro) durante il triennio finale (dal terzo al quinto anno di scuola superiore).

Le strutture che offrono questi percorsi devono essere accreditate sul Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola-Lavoro. Molti istituti hanno stabilito che nel triennio gli studenti svolgano un progetto di 90 ore nei licei, di 150 ore per istituti tecnici e 210 per gli istituti professionali. I PCTO (ex ASL) si possono anche svolgere interamente o in parte all’estero.

Quindi anche le famiglie di questi studenti potranno ottenere i rimborsi?

Ovviamente si. Purtroppo gli enti organizzatori cercano di far passare questi viaggi come qualcosa di diverso al fine di sottrarsi dalle proprie responsabilità. Proprio in questi giorni sono stato contattato da alcuni genitori di studenti che avrebbero dovuto partire per New York il 24 febbraio e che si sono visti all’ultimo minuto cancellata l’attività per via del Decreto. Nel loro caso, la struttura organizzatrice ha cercato di persuaderli a mandare comunque i propri figli accompagnati da “tutor” anziché dagli insegnanti come originariamente previsto, invocando la causa di forza maggiore. In realtà dopo aver cercato più volte di contattare per ulteriori dettagli la sede principale dell’ente queste famiglie hanno dovuto constatare che a nessuno dei numeri ricevevano risposta. In ultimo, persino il tentativo di scrivere all’indirizzo pec non ha dato esito in quanto il messaggio risultava rifiutato dal sistema. Viste tutte queste difficoltà hanno pensato di rivolgersi al mio studio per valutare se vi fossero i presupposti per intraprendere un’azione legale a tutela dei propri diritti.

Cosa li ha portati ad una azione così estrema?

In effetti, devo dirle che hanno fatto bene perché tutte le difficoltà registrate non depongono a favore dell’Ente organizzatore. Devo dire che dalle prime risultanze, sono emersi diversi aspetti degni di attenzione e che potranno portare ad un’azione legale. Peraltro, anche l’atteggiamento di alcun dirigenti scolastici non è risultato del tutto chiaro, in quanto lo spirito del provvedimento adottato d’urgenza da parte del Governo era volto a tutelare in primis la salute degli studenti, adottando misure urgenti di contenimento del contagio del virus COVID-19. Quindi la scelta di non disincentivare la partenza degli studenti, ma semplicemente di non farli accompagnare dai docenti non sembra perfettamente in linea con ciò che avrebbe dovuto essere fatto. A questo proposito reputo importante sottolineare che, come ribadito dal Decreto legge 22 febbraio 2020, n. 6, l’inosservanza di provvedimenti dell’autorità ha rilevanza penale.

Cosa può dirci dello stato d’animo di questi genitori?

Ovviamente la delusione è grande, sia perché queste famiglie non hanno ricevuto la necessaria assistenza da parte della struttura organizzatrice del viaggio, anche solo dal punto di vista informativo, sia perché a farne le spese sono state le aspettative di questi giovani studenti. Sono stati letteralmente abbandonati dagli organizzatori, che hanno provato ad offrire in alcuni casi un “credito” da poter utilizzare in seguito. Qui peraltro viene completamente trascurato il “danno morale” subito da questi studenti che alla vigilia di questa esperienza se la sono vista annullata senza possibilità di recupero, non tanto dal Decreto della Presidenza del Consiglio ma dagli organizzatori che avrebbero tranquillamente potuto riprogrammare l’iniziativa in data successiva. Questa ipotesi, da quanto ci risulta, non è stata presa in alcuna considerazione.

Sono tante le famiglie coinvolte?

Per il momento siamo stati contattati da un numero limitato di famiglie, ma abbiamo accettato di buon grado la sua richiesta di intervista, perché abbiamo motivo di credere che siano alcune centinaia gli utenti di cui stiamo parlano. Mai come in questo caso l’unione fa la forza. Noi, forti dell’esperienza maturata nel corso di questi anni, siamo in condizione di seguire questi casi, peraltro dando tutto il supporto che proprio l’ente organizzatore non ha ritenuto di offrire in questa delicata fase.

A questo scopo è stato attivato un numero verde a cui potersi rivolgere: 800 193 519.

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