CINQUE MESI SENZA STIPENDIO IL COMUNE DI SIRACUSA PROMETTE. MA I LAVORATORI PRONTI A INCATENARSI.

Segreteria generale 28/06/2011 15:26:16

Sono tredici. Quasi tutte madri di famiglia. Da cinque mesi non percepiscono un euro di stipendio e hanno ormai perso la pazienza per la situazione che sembra senza una via d'uscita.
Sono tutte pronte a incatenarsi davanti al Comune, sono le dipendenti di una cooperativa sociale che, dallo scorso dicembre (quando intascarono solamente un acconto), non ricevono lo stipendio. Si occupano di assistenza agli anziani della casa famiglia di via Picherali, di proprietà del Vermexio.
Il loro datore di lavoro non le paga perché il Comune non corrisponde quanto dovuto, dopo aver verificato il mancato versamento dei contributi pensionistici all'Inps.
Tra le parti (la cooperativa di lavoro e l'Inps) è in corso una causa intentata, a quanto pare, per alcune inadempienze dovute all'istituto di previdenza sociale.
Una matassa difficile da sbrogliare. Per questo le tredici donne hanno chiesto e ottenuto un incontro con l'assessore alle politiche sociali Antonello Liuzzo, che ha subito sgombrato il campo dagli equivoci.
«Purtroppo - ha detto l'assessore Liuzzo, rispondendo alle loro domande - il Comune non può provvedere direttamente al pagamento dei vostri stipendi. Però mi impegno a fare un tentativo di contattare il titolare della cooperativa e, attraverso questo contatto, mi attiverò personalmente per sanare la situazione, recandomi anche negli uffici dell'Inps».
«Tra una settimana - ha concluso Liuzzo - conto di avere il quadro più chiaro di questa intricata vicenda e sono certo che potrò fornirvi delle risposte più esaustive».
Accompagnate da Enrico Capestrano di «Intesa Sindacato autonomo» e da Giuseppe Giganti di «Fiamma Tricolore», le lavoratrici si sono dette parzialmente soddisfatte dell'incontro avuto con l'assessore comunale, «ma - ha fatto sapere Capestrano - se la situazione non cambierà entro la fine della prossima settimana, procederemo ad azioni clamorose di protesta per smuovere le acque, perché qui c'è gente che non può più neanche fare la spesa al supermercato. E non è possibile perdere altro tempo perché rischieremmo di portare tutti allo stremo delle forze».

19/05/2011

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